Libertarismo deontologico

Il libertarismo (o libertarianismo) dei diritti naturali, noto anche come liberalismo deontologico, libertarismo (o libertarianismo) deontologico, moralismo libertario[1], libertarismo filosofico[2] o libertarismo teorico dei diritti, è la teoria secondo cui tutti gli individui possiedono determinati diritti naturali o morali, principalmente diritti di sovranità individuale, e che quindi gli atti di aggressione e di frode sono violazioni dei suddetti diritti e questo è un motivo sufficiente per opporsi a tali atti. Il libertarismo deontologico è uno dei due punti di vista etici all'interno del libertarismo di destra, l'altro è il libertarismo consequenzialista, che sostiene il libero mercato e forti diritti di proprietà privata solo sulla base del fatto che porterebbero a conseguenze favorevoli come prosperità ed efficienza[3].

Il libertarismo deontologico si basa sul principio di non aggressione (NAP), istanza morale che ritiene intrinsecamente illegittima l'aggressione, definita come la minaccia o l'uso di violenza, contro una persona o contro l'altrui legittima proprietà. I libertari deontologici ritengono che questo principio sia la base di tutta la moralità e quindi credono che qualsiasi violazione di questo principio sia immorale, indipendentemente da altri argomenti che potrebbero essere invocati per giustificare le violazioni.

  1. ^ Bradford. R. W. (1998). "The Two Libertarianisms". Liberty.
  2. ^ Miron, Jeffrey A. (2010). Libertarianism: From A to Z. Basic Books. p. 38.
  3. ^ Wolff, Jonathan. "Libertarianism, Utility, and Economic Competition" (PDF). Virginia Law Review. (PDF), su virginialawreview.org. URL consultato il 1º maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2013).

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